Si dice che abbiano bisogno di poca cura e poca acqua ma anche le piante grasse hanno bisogno della giusta attenzione.
Sono sempre di più coloro che scelgono di abbellire terrazze o davanzali con le cosiddette piante grasse ma non bisogna sottovalutare la loro cura. Se pensi di piantarle e poi stare tranquillo di non doverci più pensare ti sbagli di grosso!
A dire il vero, le regole da rispettare per coltivare le piante succulente non sono tante ma rispettarle diventa fondamentale. Prima di tutto sole in abbondanza, poi una adeguata ventilazione, poca acqua nel periodo invernale e infine rinvasi periodici.
Quali sono le piante grasse?
Prima di dedicarci alla loro coltivazione, cerchiamo di capire quali sono le piante grasse e come riconoscerle. Esse crescono nelle zone aride, dove l’acqua scarseggia o è addirittura assente. La capacità di raccogliere tanta acqua per tanto tempo per poi distribuirla nelle foglie, nel fusto, nelle radici permette loro di sopravvivere anche in ambienti estremi. Ed è per questo che è più corretto chiamarle “succulente”, ricche di liquido. L’aspetto di foglie e fusti ingrossati per l’acqua immagazzinata ha poi fatto nascere l’abitudine di definirle grasse. In realtà la maggioranza di loro è di piccole dimensioni ed è possibile coltivarle in vaso. Lo stesso non vale per l’agave o il fico d’india che possono superare anche i 10 metri d’altezza.
Piante grasse, la soluzione per il pollice nero
Come coltivare dunque le piante grasse? Come già anticipato è fondamentale collocarle alla luce del sole, o comunque in ambienti ben illuminati. La luce ed il calore,infatti, sono gli elementi essenziali per la buona crescita della tua pianta grassa. Ti consigliamo di ruotarla gradualmente periodicament , ad esempio una volta a settimana, per evitare che cresca una sola parte verso il sole. Cerca di tenerle il più possibile al riparo dalla pioggia.
Molto importante e delicata è poi la fase dell’innaffiatura. Considera che le piante andrebbero messe a dimora subito, appena acquistate. Aspetta prima di innaffiarle subito, meglio nebulizzarle due o tre volte prima di irrigare normalmente, dopo una settimana circa. Evita poi di pressare la terra intorno, magari batti delicatamente il vaso sul pavimento. A proposito, i vasi più utilizzati sono in cotto o in plastica. Nel primo caso, poichè permettono una naturale traspirazione e una condizione ideale per l’umidità, ti consentono di innaffiare poche volte la pianta; se poi i vasi sono di plastica puoi innaffiarle ancora meno.
Ma quante volte va innaffiata la tua pianta grassa? Sicuramente va innaffiata poco, ma dipende molto dalla stagione. In estate , ad esempio, devi al massimo tre volte a settimana. In inverno invece puoi evitare del tutto l’irrigazione, in particolare nel periodo dicembre-febbraio. Fai attenzione, però, all’impianto di riscaldamento della tua casa, potrebbe seccare il terriccio e le radici. In questo caso anche se è inverno innaffia la pianta una volta al mese.
Come preparare un concime fai da te per le tue piante
Quando si parla di facilità nella coltivazione di una pianta grassa si fa spesso riferimento anche al fatto che non sia necessario concimarla. In effetti l’indicazione è valida per l’inverno, periodo in cui la pianta è a riposo, ma non per la stagione estiva. Durante il periodo più caldo dell’anno infatti ti consigliamo di concimare una volta al mese con dei prodotti specifici. Se proprio vuoi cimentarti nella preparazione di un concime fai da te: prendi una buccia di banana, dei fondi di caffè e dei gusci d’uovo e poi trita il tutto. Ottenuto il tuo compost non ti resta che versarlo delicatamente nel vaso.
Proprietà e curiosità sulle piante grasse
Prima di parlare delle proprietà curative di molte piante grasse, ti sveliamo alcune curiosità sulla loro utilità per l’uomo. Avresti mai immaginato, ad esempio, che le piante grasse, in particolare i cactus, nel deserto sono state da sempre importanti per l’orientamento dell’uomo? La loro inclinazione,infatti, indica il sud. Questo perché si piegano verso la parte più disidratata, cioè la più colpita dal sole.
Per molte popolazioni antichissime, come aztechi o inca, le piante grasse erano vere fonti di sostentamento e nutrizione. Polpa , frutti e gemme venivano mangiati, le fibre erano utilizzate per ottenere tessuti e dagli aghi ricavavano ami per la pesca.
Oggi sono le loro proprietà curative ad attirare l’attenzione dei seguaci della fitoterapia (dal greco phytón = pianta, e therapéia = cura). La più conosciuta e utilizzata di tutte è senza dubbio l’aloe vera. Impiegata già dagli egizi per l’imbalsamazione, ma anche per la cura e l’igiene del corpo, ancora oggi è alla base di moltissime creme e unguenti, con varie proprietà: antinfiammatoria, antipiretica, fungicida, antiprurito e cicatrizzante.
Ad essa si aggiunge L’Opuntia. I suoi fiori hanno funzione diuretica, mentre la pianta stessa, una volta lavorata, produce estratti che fungono da gastroprotettori, antinfiammatori e cicatrizzanti.
Concludiamo con il Pachycereus Pecten-Aboriginum. Si tratta di un cactus originario del Messico che può arrivare anche a 15 metri di altezza. Viene utilizzato come alimento, i suoi frutti sono commestibili e hanno proprietà lassative e antidolorifiche. I semi, infine, vengono lavorati per produrre una farina utilizzata per le tortillas.