Crediti di imposta per stimolare gli investimenti.
L’industria 4.0 è al centro della trasformazione economica dell’Italia e del mondo. Le agevolazioni per le imprese che intendono investire in innovazione sono cambiate. Da piano Industria 4.0 e Industry 4.0, si è passati a Transizione 4.0, la modifica ha portato all’immissione di nuove misure utili alle imprese italiane che camminano verso la quarta rivoluzione industriale.
Si è passati dall’iperammortamento e il super ammortamento ai crediti di imposta.
Che cos’è la transizione 4.0?
Da come già detto, il piano Transizione 4.0 è andato a sostituire Industria 4.0 e Industry 4.0. Esso rappresenta la nuova politica industriale del Paese, più inclusiva e attenta alla sostenibilità. In particolare, il Piano prevede una maggiore attenzione all’innovazione, agli investimenti green e per le attività di design e ideazione estetica. Con il piano Transizione 4.0 si mira a promuovere gli investimenti privati e ad agevolare la trasformazione digitale e la transizione ecologica. Esso prevede un’unica misura con differenti aliquote per le diverse categorie di beni.
A cosa punta il piano Transizione 4.0?
Con il piano Transizione 4.0 è stato stabilito un progetto di incentivi volto ad aiutare le imprese che intendono investire nell’ammodernamento e nella digitalizzazione dei processi produttivi. Nel piano viene riconosciuto alle imprese che scelgono di fare nuovi investimenti un credito di imposta diviso in:
- Credito di imposta per investimenti in beni strumentali, materiali o immateriali;
- Credito di imposta in innovazione tecnologica, innovazione ambientale, design, ricerca e sviluppo;
- Credito di imposta in formazione 4.0.
Il credito di imposta varia in base al tipo di investimento ed all’importo di esso.
Credito di imposta per investimenti in beni strumentali, materiali o immateriali.
Esso serve per aiutare le imprese che decidono di investire in beni strumentali nuovi, che siano essi materiali o immateriali, utili per trasformare i processi produttivi tecnologicamente e digitalmente. Tali aiuti sono rivolti alle imprese stanziate nel territorio dello Stato.
Alle imprese che investono in beni strumentali nuovi, viene riconosciuto un credito di imposta entro il 30 giugno 2023, purché però al 31 dicembre 2022 l’ordine sia accettato dal venditore e che ci sia un pagamento dell’acconto di almeno il 20% dell’importo.
Aliquote, le differenze tra le diverse categorie di beni.
Beni materiali strumentali avanzati tecnologicamente. Come, per esempio, le macchine utensili interconnesse.
Le aliquote nel 2021.
- Per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro è concesso un credito di imposta del 50%
- per gli investimenti compresi tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro, il credito di imposta è del 30%
- per gli investimenti tra 10 milioni di euro e 20 milioni è previsto un credito di imposta del 10%
Le aliquote nel 2022.
- Per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro il credito di imposta concesso è del 40%
- Per gli investimenti tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni, il credito di imposta è del 20%
- Per investimenti compresi tra 10 milioni di euro e 20 milioni, il credito di imposta è del 10%.
Beni immateriali strumentali avanzati da un punto di vista tecnologico. Come, ad esempio, i software connessi alle macchine.
Tali beni sono utili alla trasformazione 4.0.
- Per questo genere di beni viene riconosciuto un credito di imposta pari al 20% per investimenti fino a 1 milione di euro. Questi investimenti includono ad esempio, applicazioni, piattaforme e software.
Beni materiali e immateriali ordinari non interconnessi.
- Per il 2021 un credito di imposta del 10% per tutti i beni materiali strumentali;
- Sempre per il 2021 un incremento del 15% per la realizzazione di lavoro agile, come lo smart working;
- Credito di imposta del 10% per beni immateriali non 4.0 per investimenti nel 2021, mentre per gli investimenti nel 2022 pari al 6%.
Credito di imposta in innovazione tecnologica, innovazione ambientale, design, ricerca e sviluppo.
La misura vuole incentivare gli investimenti in Sviluppo, Ricerca, Innovazione Tecnologica e Design, nell’ambito dell’economia circolare e del paradigma 4.0.
Per le attività di sviluppo sperimentale, di ricerca industriale e ricerca fondamentale, nel settore tecnologico e scientifico, il credito di imposta è del 20% delle spese soggette ad agevolazioni nel limite massimo di 4 milioni di euro.
Per le attività di innovazione tecnologica che sono volte alla realizzazione di processi produttivi o di prodotti migliorati o del tutto nuovi, il credito di imposta è pari al 10% delle spese soggette ad agevolazioni nel limite massimo di 2 milioni di euro e del 15% nel caso di attività di innovazione tecnologica che hanno il fine di raggiungere la trasformazione di processi aziendali in base ai principi dell’economia circolare o del paradigma 4.0.
Per le attività di ideazione estetica e design che hanno lo scopo di migliorare i prodotti dell’impresa dal punto di vista della forma e di altri aspetti non tecnici, come, ad esempio, ornamenti e colori, il credito di imposta è del 10% delle spese agevolabili nel limite massimo di 2 milioni di euro.
Credito di imposta in formazione 4.0.
La misura sostiene le imprese nella trasformazione digitale e tecnologica. Si sostengono le spese delle imprese per la formazione del personale dipendente al fine di raggiungere o consolidare le giuste conoscenze e competenze, utili ai fini della trasformazione tecnologica e digitale.
Il credito di imposta è pari:
- Al 50% delle spese che sono ammissibili ma nel limite annuale massimo di 300.000 € per le piccole e microimprese;
- Al 40% delle spese ammissibili nel limite annuale massimo di 250.000 € per le medie imprese;
- Al 30% delle spese ammissibili nel limite annuale massimo di 250.000€ per le grandi imprese.
Chi può avere accesso al credito di imposta?
Possono accedervi tutte le imprese stanziate sul territorio dello Stato, comprese le organizzazioni stabili di soggetti non residenti, a prescindere dal settore economico a cui appartengono, della natura giuridica, dal regime contabile e dalla dimensione. Sono escluse le imprese che si trovano in uno stato di fallimento o di liquidazione volontaria. Le aziende per avere questi benefici devono assolvere a tutti gli obblighi della sicurezza sui luoghi di lavoro, e al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali per i lavoratori.