Come la tecnologia sta cambiando la costruzione delle nostre case
“La digitalizzazione nelle costruzioni è inevitabile – ha dichiarato Angelo Ciribini, docente al Dicatam dell’Università di Brescia – Dagli anni 60 le costruzioni hanno perso produttività ovunque nel mondo: la digitalizzazione è la strada obbligata per recuperarla, e il Bim è la porta di accesso”. Abbiamo già parlato di nuove tecnologie delle costruzioni e di BIM ma cosa vuol dire davvero Edilizia 4.0? La nuova sfida dell’edilizia italiana è già qui o siamo lontani milioni di anni luce dagli USA? Scopriamo di più.
Le nuove frontiere dell’edilizia
In cantieri stradali di grandi dimensioni oggi i droni raccolgono in poco tempo molti dati su movimento terra in maniera efficiente ed assolutamente economica. Sensori applicati a oggetti e persone evitano gli infortuni e visori per la realtà aumentata rivelano informazioni invisibili a occhio nudo. Insomma l’edilizia del futuro in parte è già quì, a raccontarlo è il sole 24Ore. “Per la prima volta – ha spiegato al giornale Giuseppe Di Giuda, docente del Department of architecture, built environment and construction engineering del Politecnico di Milano – è possibile ottenere modelli digitali che consentono simulazioni sull’edificio per sapere come si comporterà. Questo elimina in anticipo gli errori in cantiere e fa migliorare il progetto”. Un modello 3D è stato appena completato dai Musei Vaticani sia per valorizzare i tesori custoditi, sia per la gestione completa.
Arrivano i robot?
L’automazione si sta facendo strada per sostenere un’edilizia più sicura, sia per chi ci lavora che per chi occuperà quel determinato edificio. Berardo Naticchia, docente dell’Università Politecnica delle Marche e fondatore di Smart Space, spin off dell’Ateneo dedicato all’innovazione in edilizia ha dichiarato: “I robot sarebbero perfetti per il cantiere ma i costi gestionali impediscono ancora un’ampia diffusione: il processo edilizio “off site”, cioè la fornitura di elementi finiti da assemblare in loco, è ancora il trend principale».
Edilizia del futuro, le case 3D
Negli Usa, la start up Apis Cor di San Francisco vende già case cosiddette “gira la chiave” (turn key) stampate in 3D dove è possibile vederla praticamente realizzate in ogni minimo particolare. In Italia, la strada è stata aperta da Italcementi. Si tratta di una casa di circa 100 metri quadrati, con zona giorno, zona notte, cucina, bagno, che verrà realizzata nell’arco di due/tre settimane con una stampante 3D. La casa sarà sostenibile, potrà essere demolita oppure spostata come si desidera, ampliata e avendo la possibilità di costruirla in poco tempo, costerà meno di una abitazione tradizionale. Con questo metodo si potranno “costruire rapidamente case che potranno essere dedicate al social housing, o destinate a popolazioni colpite da calamità naturali – ha spiegato Massimo Borsa, responsabile del laboratorio innovazione di Italcementi -, stiamo lavorando anche su queste applicazioni”. “Andrà a nascere un nuovo linguaggio dell’abitare – racconta l’architetto Massimiliano Locatelli di CLS che ha ideato e progettato la struttura – ci stiamo lavorando da due anni. Queste case costeranno molto meno e alleggeriranno le famiglie che oggi fanno fatica a pagare un mutuo”.
Le tendenze dall’estero
Sempre dall’America, la start-up Katerra punta a diventare una sorta di Ikea dell’edilizia, attraverso una prefabbricazione molto sofisticata e duttile. Lo slogan di Katerra è “every building shouldn’t be a one-off prototype” ovvero anche l’edilizia può essere produzione in serie, anche le case sono prodotti industriali. Il Crossrail di Londra o il Grand Paris Express in Francia sono due grandi opere di edilizia che hanno dimostrato l’efficienza e la necessità del BIM senza il quale non sarebbero state gestibili in tempi e costi definiti. L’Italia però non è rimasta così indietro, troviamo tanti esempi di utilizzo del Bim nel mercato privato come la sede Lavazza a Torino o la coop Cmb sta gestendo in Bim la costruzione della terza torre di Milano CityLife. Nel settore pubblico, brilla la Provincia di Bolzano con la gara da 40 milioni per la nuova biblioteca. “Dopo aver introdotto il Bim nella normativa italiana – dice Antonio Vettese, consigliere Oice (società di ingegneria) con delega a digitalizzazione e industria 4.0 – c’è molto da fare per definire metodi e strumenti di lavoro e superare le difficoltà che rendono incerto e lento il processo di digitalizzazione”. Il Bim per ora è certamente uno strumento utile al progettista ma di fatto un metodo diverso produce anche un prodotto finale diverso. Edifici e infrastrutture non sono più contenitori ma “dispositivi” che dialogano con chi li utilizza.
Sostenibilità nell’edilizia del futuro
Entro il 2030, secondo le previsioni, ci sarà una crescita dell’85% nel settore edile. L’edilizia del futuro punterà ad una maggiore sostenibilità, che potrà essere raggiunta anche grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale e a tutti i supporti tecnologici di cui abbiamo appena parlato. L’obiettivo sarà quello di ridurre i costi di costruzione e di gestione, i consumi energetici e le emissioni inquinati. Per fare questo sarà necessario organizzare il lavoro in maniera modulare grazie proprio alla progettazione digitale di cui parlavamo, per minimizzare gli errori e operare velocemente. Tra i materiali più usati ci saranno ancora sicuramente il legno e l’acciaio, ma non è da escludere l’affacciarsi di materiali innovativi che sappiano essere rispettosi dell’ambiente. Il BIM, la robotica e gli altri supporti saranno fondamentali per riuscire a realizzare cantieri sempre più organizzati, in cui i compiti saranno divisi in maniera efficace. Riduzione dei tempi significherà anche riduzione delle energie e, quindi, dell’inquinamento.
Più green, più sicura, più organizzata, l’Edilizia 4.0 potrebbe essere il nuovo trampolino di ri-lancio dell’edilizia nel nostro paese. E tu, cosa ne pensi?